8 marzo 2015

Paura, eh?

In ripa Arni

Raramente la Fiorentina desta simpatie al di fuori dei viali di circonvallazione, ma la ridda di interventi cui stiamo assistendo in questi giorni, all'indomani dallo strepitoso filotto messo a segno da Montella e company dà il segno del rispetto (chiamiamolo così) che le cosiddette grandi iniziano ad avere per la Viola.

La Fiorentina ha iniziato a macinare punti pesanti da quando ha ceduto Cuadrado. Una coincidenza? Forse, o forse no. In ripa Arni optiamo per il forse no. Il valore del ragazzo colombiano non c'entra. È un giocatore forte e saprà imporsi anche a Londra, ma nella Fiorentina era diventato un oggetto misterioso. Abbiamo già detto altre volte che non è una seconda punta e in quel ruolo il suo talento è mortificato. Montella non aveva molte alternative. Il suo modulo preferito, quello per cui questa rosa è stata costruita, prevede due punte, di cui una di movimento orizzontale e una di movimento verticale. Cuadrado doveva essere la prima opzione, ma come detto ha fallito. Nell'operazione che ha portato il giocatore colombiano alla corte di Mourinho la Fiorentina si è presa il talento egiziano Mohamed Salah. A Firenze in pochi lo conoscevano, ma la partenza di Cuadrado aveva dato l'impressione di un ridimensionamento tecnico e della mancanza di programmazione, visto che all'inizio della stagione Cuadrado sembrava, parola del patron Andrea Della Valle, incedibile.

Ancora una volta pare si sia manifestata la dicotomia societaria di cui abbiamo più volte scritto: Cuadrado andava ceduto per rientrare dell'esborso con cui la proprietà aveva ripianato il passivo di bilancio a chiusura 2014 e così è stato. Il settore tecnico, direttori sportivi e allenatore, dovevano però sopperire a tale perdita e hanno chiesto al Chelsea l'egiziano finito ai margini del progetto Mou. Per fortuna Pradè e Macia conoscono il calcio e i suoi interpreti, anche quelli meno chiacchierati dalla stampa specialistica. Salah si è rivelato un crack, Cuadrado per ora langue sulla panchina dei Blues.

Mohamed Salah scaglia il sinistro in corsa col quale trafigge Storari
Le sei reti messe a segno dal nuovo attaccante viola sono un biglietto da visita eccezionale e inatteso. Il gol con cui ha portato avanti la Viola giovedì sera a Torino è semplicemente magnifico. Un mix fra Baggio e Usain Bolt, una corsa folle verso la porta avversaria e il pallone scaraventato con potenza sotto l'incrocio dei pali opposto alla traiettoria di corsa. Un capolavoro e nello stadio più odiato.

Questa perla ha scatenato il più classico e stucchevole dei "l'avevamo quasi preso noi, poi...".  Prima la Roma, poi Mancini e l'Inter. Pare che tutto il mondo pallonaro fosse sulle tracce del giovane ragazzo di Basyoun. Alla fine l'ha preso la Fiorentina. L'ha preso la Fiorentina per una ragione assai semplice: nella società Viola lavorano persone che conoscono il calcio e sanno fare il loro mestiere. Resto convinto che quella in ripa Arni sia una società bicefala e per questo lenta nel decidere e spesso contrastata al suo interno da linee diverse quando non addirittura contrapposte (il caso Neto ne è un esempio), ma il settore tecnico è composto da gente preparata e la rosa costruita lo dimostra.

La Fiorentina sta volando e lunedì è attesa dalla partita più difficile. Adesso tutti sanno che Salah è forte e gli riserveranno un trattamento speciale. I difensori della Lazio studieranno attentamente i movimenti dell'egiziano, anche se non sarà facile visto che nei novanta minuti copre tutto il campo. Gomez, che stava entrando in forma, si è infortunato di nuovo e sembra debba star fuori almeno due settimane. Babacar ne avrà ancora per qualche turno. Fin qui Montella, autentico valore aggiunto di questa squadra, ha saputo colmare le lacune tecniche con alchimie tattiche degne del miglior Nicolas Flamel.

L'importante è che Firenze stia vicina a questo gruppo e sappia sostenerlo anche quando Salah correrà di meno e Montella sbaglierà, inevitabilmente, qualche cambio. La Fiorentina ha imboccato la strada giusta per l'ultimo salto di qualità. La domanda è se Firenze saprà accompagnarla.

Cibali