1 settembre 2013

La prima fetta di Coppa (2013/14)

30 agosto 2013, Eden Aréna, Praga
L'empatia tra Franck Ribéry e Josep Guardiola i Sala
L'hors-d'œuvre della nuova stagione europea si è rivelato appetitoso. Una bella partita tra due squadre di livello, messe in campo secondo le diverse idee di calcio dei rispettivi allenatori. Gianni Brera le avrebbe battezzate semplicemente: calcio orizzontale vs calcio verticale. E ha vinto, alla fine, chi ha costruito di più, con intensità e continuità. Anche con squadre diverse, Mourinho non riesce a battere Guardiola (il bilancio è sempre di 3 a 7 in 16 partite [vedi]) e il suo copione si ripete immutato: linee strette, ripartenze veloci, grandi legnate dei centrocampisti centrali con inevitabili espulsioni (Motta, Pepe e ora Ramires) e pretestuose lamentele contro gli arbitri, difesa strenua del gol di vantaggio, sofferenza e rinuncia a giocare nelle seconde parti del match.

A ben vedere Mourinho si è limitato a mettersi alla guida dell'autobus parcheggiato in area da Di Matteo: nulla è cambiato nell'impianto tattico, e lui può aggiungere le sue doti di motivatore e la sua strategia mediatica (a Praga ha cominciato ad andare alla guerra contro l'UEFA, il potere del Bayern, etc.). Un copione scontato, però, che a Madrid ha smesso di dare i suoi frutti, e che non è detto che torni a darli nel remake londinese, soprattutto in Europa.

Guardiola ha invece un lavoro più complesso da affrontare: fare assimilare ai giocatori bavaresi un'idea di gioco fondata sul possesso e sul pressing ma non più solo sul tiki-taka. I critici ancora non ci si raccapezzano perché rapportano questa costruzione in essere ai due modelli precedenti: il suo Barcellona e il Bayern di Heynkes. Guardiola sta cercando di andare oltre, valorizzando le caratteristiche dei giocatori che ha disposizione: la qualità degli attaccanti esterni e la mobilità e il peso di un centravanti come Mandžukić. Non gioca come il Barça perché non rinuncia a un attaccante centrale e affida agli esterni non solo i tagli ma anche i cross, e non gioca come il Bayern dello scorso anno perché persegue il possesso palla e un baricentro più alto. La cifra nuova del suo calcio sono adesso anche i lanci lunghi a cercare le teste in area. La sfida è giocare con un mediano arretrato che non franga solo come Busquets ma lanci in avanti come Alcantara. Vedremo come evolverà la ricerca. Intanto il Pep ha messo in bacheca il primo trofeo, e ora lo attende il mondiale, probabilmente contro il Mineiro del Dentone: potrebbe uscirne un'altra appetitosa fetta di coppa.

Azor
30 agosto 2013, Eden Aréna, Praga
FC Bayern München - Chelsea FC 2:2 (7:6 ai rigori)
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