11 maggio 2015

Milano s'è desta ...

Cartoline di stagione: terz'ultimo turno 2014-15

"Sono il Profeta, ma pur sempre un uomo, mosso dall'orgoglio 
e dalla passione. Mi sentivo ferito"
Si era mai visto in stagione Anderson Hernanes de Carvalho Viana Lima ('il Profeta') dannarsi l'anima in campo, scattare in profondità a dettare il passaggio, andare a contrasto, provare per un giorno (almeno uno) a dimostrare che i soldi spesi per ingaggiarlo non sono da considerare del tutto buttati via? No, non si era mai visto. E allora perché tutto questo accanirsi contro la sua ex-squadra? Ah beh, certo, c'erano tre punti importantissimi in palio per l'Inter, la rincorsa all'Europa non poteva certamente contemplare una fermata all'Olimpico. E invece no. Hernanes scattava in profondità, dettava passaggi, si dannava l'anima in campo, portava contrasti e - in definitiva - segnava una doppietta solo per fare un dispetto a Claudius Lotitus, che aveva parlato 'male' di lui. Queste sono le motivazioni di un calciatore professionista. Che le rende note nelle interviste del post-partita.

Ciò detto, va rilevata l'incredibile, controtendente, impronosticabile doppia vittoria delle milanesi sulle romane. Basti dire che i bookmakers quotavano l'evento simultaneo (mediamente) intorno al 16/1: chi ha provato la puntata, s'è trovato il portafoglio improvvisamente gonfio e felice.


All'Olimpico la partita è stata strana; le sole cose normali sono arrivate da Poldo, che s'è mangiato tre gol in pochi minuti (com'è noto, lui si divora i gol importanti, ma è spietato quando si tratta di mettere a referto palloni superflui). Una partita che la Lazio ha buttato nella spazzatura, senza nemmeno capire perché. Al Meazza, con una maglia finalmente riconoscibile e i calzoncini neri, privo sediovuole e per squalifica del suo peggior giocatore (Zizou Menez), il Milan ha reso evidenti le magagne strutturali della Roma, messa sotto con una prestazione appena al di sopra di una ideale linea di decenza calcistica. Quella linea che rarissimamente, in questi mesi, i rossoneri erano riusciti a varcare.

Troppo tardi, forse non per l'Inter se ha davvero voglia di iniziare la stagione a luglio con i preliminari di Europa League. Il futuro del Milan è tutto da scrivere, immerso com'è in quotidiani polveroni mediatici - entro i quali ciascun osservatore di professione presume di saper vedere chiaro (ieri mi è capitato persino di orecchiare che Mr. Taechaubol porterebbe Guardiola e Messi: mah!); quello dell'Inter in acrobazie di bilancio, tra debito consolidato e misure UEFA, con Mancini come unica certezza. 

Così, la Serie A imbandisce ormai partite per lo più 'pazze', imprevedibili. Saldi di fine stagione. Ben maggiori emozioni sarebbero state in cartellone nel prossimo week-end, con la sfida incrociata tra i club di Madrid e Barcellona, e il Barça atteso al Manzanarre. Poteva essere teoricamente l'ultimo ostacolo, ma il Real ha mal digerito la paella valenciana servita al Bernabéu, e così ora ai catalani basterà vincere l'ultima a Camp Nou con il derelitto Deportivo, in odore di Liga Adelante. Un odore di 'triplete', invece, si spande sempre più chiaro per le strade di Barcelona. Sarà solo un'allucinazione olfattiva?

Mans