25 aprile 2015

Viva l'Italia

Fettine di coppa: quarti di CL ed EL 2014-15
Viva l'Italia, l'Italia liberata [70 anni fa ...].
Viva l'Italia, l'Italia che non muore. 
L'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, 
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura. 
Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare, 
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare, 
l'Italia metà giardino e metà galera, 
viva l'Italia, l'Italia tutta intera. 
Viva l'Italia, l'Italia che lavora, 
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora, 
l'Italia metà dovere e metà fortuna, 
viva l'Italia, l'Italia sulla luna. 
viva l'Italia, l'Italia che resiste. 

Sì, sono i brani che mi sono venuti per primi alla mente dopo le serate europee di coppa di questa settimana felice per il nostro calcio così malinconico, metà giardino e metà galera, metà dovere e metà fortuna. Ma ancora una volta che non muore, che non ha paura, che resiste. E' l'Italia sulla luna. L'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura.

16 aprile 2015, Volkswagen-Arena, Wolfsburg
L'urlo dell'espugnatore
A fine agosto, dopo l'eliminazione, meritata, del Napoli dalla Champions League, avevo auspicato che "Benitez, che l'ha già vinta, Mazzarri, che l'ha sempre snobbata, e Montella, che l'ha bene interpretata lo scorso anno, farebbero bene a considerare la possibilità di battersi non tanto per il periglioso terzo posto in Serie A quanto per la vittoria, più prestigiosa e più pesante, della Europa League". E avevo aggiunto: "Il calcio italiano si gioca nell'Europa League di questa stagione una buona fetta del suo futuro. La sensazione è che i suoi protagonisti, tifosi inclusi, non ne siano affatto consapevoli. Ma speriamo di sbagliarci". Mi fa piacere essermi sbagliato. Come mi ero sbagliato a scrivere che "la EL è ormai l'unica coppa alla portata delle squadre italiane. Di questo sarebbe opportuno che se ne facessero per primi una ragione i protagonisti, a cominciare dagli allenatori e dall'ambiente. Uno scenario per nulla remoto è infatti che vi possano retrocedere anche la Juventus e la Roma da febbraio" [vedi]. Ero stato pessimista.

Grazie all'esca dell'ammissione diretta ai playoff di Champions, finalmente i nostri club si sono resi conto che avevano varcato la linea rossa, per ignavia e per ignoranza di come va il mondo (del football). Ancora una volta constatiamo che il nostro è un paese capace di impegnarsi e di ottenere risultati, come avviene, silenziosamente e quotidianamente, in tanti altri campi delle attività umane. E' l'Italia che lavora. Siamo infatti un grande paese, senza consapevolezza. Smemorato di sé, come diceva Carmelo. Un grande paese cui manca la costanza di volerlo essere sempre, ogni giorno. Per cialtroneria, per dirla spiccia. Il rapporto violento di Roma con il calcio ne è lo specchio: la città messa a ferro e fuoco dagli ultras nella notte successiva all'omicidio di Gabriele Sandri, l'11 novembre 2007 [vedi]; le continue "puncicate"; il bivacco batavo in piazza di Spagna per graziosa concessione del cosiddetto questore; l'8 settembre del calcio italiano nella finale di Coppa dello scorso maggio, etc. Dove le autorità, inadeguate e imbelli, appaiono le degne deuteragoniste degli ultras. E' l'Italia da dimenticare.

23 aprile 2015, Stadio "Artemio Franchi", Firenze
Il matador tranquillo
Tra i tanti commenti di queste ore, pochi mi sembrano abbiano rilevato un dato significativo e incoraggiante. Le tre squadre italiane approdate con merito (e un pizzico di fortuna) alle semifinali continentali appartengono a tre club tra i pochi con i conti a posto. La Juventus ha ridotto il deficit da 95,4 a 6,7 milioni di euro nei quattro anni in cui ha vinto tutto in Italia, e si appresta a varcare i 300 milioni di fatturato in questa annata di progressione europea. Un capolavoro gestionale. Il Napoli è in utile da 8 anni, non vanta debiti con le banche, ha aumentato gli stipendi da 66 a 89 milioni, ma anche gli ammortamenti da 39 a 63; per non farsi mancare nulla il suo pittoresco presidente si è pure staccato un assegno da 5,5 milioni ... La Fiorentina è in utile negli ultimi due esercizi, nonostante gli stipendi in crescita da 52 a 60 milioni. E' dunque un caso che tre club con i conti in ordine siano arrivati in fondo in Europa? Può essere. Ma se guardiamo ai bilanci dei club usciti di scena da tempo constatiamo che la Roma presenta un disavanzo di 38 milioni e un debito di 120, e che l'Inter è di fatto fallita: 102 milioni di disavanzo, oltre 200 di debiti, 265 di spese. Dati riportati dalla "Gazzetta" del 5 marzo 2015. A conferma che - alla lunga - la buona gestione è alla base dei buoni risultati sportivi.

Pronostici delle semifinali. Non guarderei alle rose, al blasone, etc. ma agli allenatori, cioè all'esperienza. Che a quelle vette rarefatte fa la differenza. In CL hanno già vinto la coppa Ancelotti e Guardiola e la finale di Berlino potrebbe essere davvero cosa loro. In EL hanno già vinto la coppa  sia Benitez sia Emery. E ho detto tutto.

Azor