26 febbraio 2015

L'equilibrio forse apparente e l'indecente presupponenza del Borussia

Fettine di coppa: ottavi di CL 2014-15 (andata)

Hakan Çalhanoğlu. Sta per segnare un gran bel gol
L'andata degli ottavi di CL è dunque consegnata alle tabulae. Unica - ma relativa - sorpresa la batosta interna dei Gunners (squadra sempre 'leggera', sempre non bene attrezzata per le grandi battaglie d'Europa), più che altro perché subita dal Monaco (spacciato anche nei pronostici meno imprudenti), club dato in disarmo di ambizioni e vivacchiante ai margini dell'alta classifica nel campionato di Francia. Come già un anno fa, i Citizens ospitano il Barça nella prima partita, e come un anno fa la perdono, seppure con passivo 'migliore'. Le due grandi favorite impattano nelle rispettive trasferte, in confronti considerati improbabili (Shakthar e Schalke). I vicecampioni perdono nello stadio-farmacia, ma possono rimediare. A occhio, tra quelle che avevano vinto il girone, unica a rischiare seriamente l'eliminazione precoce è dunque l'Arsenal. Atlético e Borussia devono rimontare un gol - i tedeschi, tuttavia, avendo segnato fuori casa - e non sarà semplicissimo. Ma sarà dura anche per il Chelsea e - forse - per il Porto.

Rispetto all'anno scorso sembra dunque esserci maggiore equilibrio. Le gare di ritorno furono allora sostanzialmente una formalità per tutte le 'grandi'. Le squadre di casa (seconde nei gironi) conseguirono nella prima partita solo una vittoria (l'Olympiakos contro lo United) e un pareggio (strappato dal Gala al Chelsea) poi vanificati; fecero sei reti e ne incassarono venti. Quest'anno, il passivo si è dimezzato, e all'attivo c'è un gol in più. Diciassette timbri complessivi sul tabellino (mai così pochi dal 2011, quando furono sedici). La tendenza è sempre la stessa, ma meno netta. In ribasso le quotazioni del Chelsea e dei Colchoneros; stabili Bayern e Real; in rialzo preoccupante (per le rivali) quelle del Barça. Stabili (e basse) le prospettive di PSG, Juve e Borussia. Sostanzialmente azzerato (salvo rivolgimenti epocali) il futuro di Arsenal e City.

Lichtsteiner sembra non credere a quel che ha visto.
Bonucci cerca disperatamente di rimediare
Chiellini vorrebbe scomparire nelle profondità dello Stadium
I nostri giornali hanno salutato con enfasi la prestazione (e la vittoria) della Juventus. Forse, e anzi soprattutto, per la desuetudine ai risultati incoraggianti a quest'altezza della competizione. Purtroppo, invece, a noi sembra di poter dire che la partita messa insieme dalla Juve, contro un avversario dalla vulnerabilità difensiva inverosimile, sia stata molto deludente. Si sono ben comprese, allo Stadium, le radici della stagione indecente del Borussia - indecente, davvero, in Bundesliga. Le ultime vittorie (conseguite contro concorrenti dirette nei bassifondi della Bundes) avevano forse lasciato intendere un ritorno alla competitività degli uomini di Klopp. Alcuni di loro, importanti e anzi insostituibili (Marco Reus su tutti) sono tornati a pieno servizio. E il 'modo' di stare in campo è tornato (ammesso sia mai cambiato) quello che conoscevamo. Quello della grande squadra, che cerca di alzare il ritmo, che tiene la pressione altissima. Che, in trasferta, cerca di 'spaventare' l'avversario ostentando sicurezza e personalità. Sette, otto uomini sistematicamente oltre la linea della palla. Spregiudicatezza cui non ha corrisposto una adeguata produzione offensiva. Poche occasioni, un gol regalato da Chiellini, molte leziosità nel palleggio. Non è più 'quel' Borussia.

Ma non è ancora la Juve che si vorrebbe. Una 'grande' Juventus, martedì sera, avrebbe goleado senza pietà e senza rimedio. Due soli gol, altrettanti gettati nella spazzatura, e nient'altro. Dopo la topica di Chiellini, venti minuti inguardabili. C'è poco da essere ottimisti. A occhio, tra le sedici, Juve e Borussia si pongono all'altezza di Basilea e Shakthar. Una delle due - ovviamente - passerà, salvando bilancio e stagione. Ma difficilmente andrà oltre.

Mans