10 novembre 2014

Ridimensionati

È possibile che una squadra costruita due anni fa sia già arrivata al suo naturale esaurimento? È possibile che una squadra diverta e vinca per due anni per poi sgonfiarsi come un palloncino alla festa del grillo delle Cascine? È possibile che un allenatore arrivato a Firenze fra curiosità ed entusiasmo faccia giocare la squadra meglio del Barcelona guardiolano per un anno e mezzo, azzecchi tutte le mosse tattiche, porti alla resurrezione rottami dati per strafiniti, rianimi giocatorelli solo pochi mesi prima presi a schiaffi dall'allenatore energumeno, per sbagliare sistematicamente tutte le formazioni iniziali 11 volte su 11 e rimediare quando non c'è più nulla da rimediare? Evidentemente a Firenze tutto questo è possibile.

Daniele Pradè ed Eduardo Macia nei giorni di sereno (non variabile)
Due anni fa Montella era stato chiamato alla corte dei Della Valle come colui che avrebbe portato in città il bel gioco, dopo due anni di depressione tecnico-tattica. E il Vincenzino campano c'era riuscito alla grande, complice la storica intesa col DS, Daniele Pradè, anche lui preso perché grande conoscitore di calcio e "squalo" dell'Ata Hotel. Dietro ai due si muoveva, e pare ancora si muova, il fido Eduardo Macia, uno che gira con un database di oltre un milione di calciatori e che al momento giusto vi infila le manone per pescare il fenomeno reietto, il colpo a effetto, quello che nessuno cerca e che si rivelerà il demiurgo delle magnifiche sorti e progressive in riva all'Arno. Quell'intesa aveva funzionato alla grande per una stagione e mezzo. Poi è successo qualcosa. Montella va in tv a dire che per vincere bisogna investire (come dargli torto?), ma i Della Valle avevano appena preso Mario Gomez, un killer che gli era costato un sacco di soldi. Pradè resta in bilico fra un rinnovo contrattuale che non arriva e mille pretendenti pronte a prenderselo alla prima occasione unica. Macia "ha un contratto a tempo indeterminato", diceva il plenipotenziario gigliesco Cognigni. Già Cognigni...

Il tifoso viola, come tutti i tifosi più o meno, usa la squadra come veicolo per sfogare frustrazioni e rabbie che col calcio e la squadra medesima c'entrano pochissimo. Ieri sui siti che permettono ai tifosi di commentare era un profluvio di insulti, schiumate rabbiose contro l'allenatore che non ci capisce più nulla. Anche la Gazzetta, glorioso vangelo dello sportivo italico, oggi apriva con "La Fiorentina è cotta" e continuava, su questo tono, affermando che Montella non ci capisce più niente. Ma allora qual è il problema della Fiorentina? Qual è il male oscuro di questa squadra che fino a otto mesi fa era la più cool d'Italia e ora sembra diventata più deprimente della pioggia novembrina?

Francamente non lo so e quelli che parlano di fine ciclo dovrebbero spiegare meglio il concetto. Cibali era stato il primo a parlare di fine del ciclo proprio dalla sua Ripa Arni. Ma la fine di un ciclo non significa la fine dell'esperienza di un tecnico su una panchina. In altre parole l'eventuale (e assai possibile a questo punto) allontanamento di Montella sarebbe un errore clamoroso. Se non hai gli introiti della Juventus devi inventarti qualcosa di alternativo, altrimenti sei condannato alla mediocrità pallonara del più mediocre campionato europeo dopo quello olandese. E l'alternativa è, a mio modesterrimo parere, la continuità. Ripeto la domanda che da mesi aleggia nella mia testa: perché si è rinnovato il contratto a Pradè per un solo anno? Con quale spirito il DS farà il mercato di gennaio? E chi farà quello estivo prossimo? E Macia, che ha un contratto a tempo indeterminato, resta o no? E chi sarà l'allenatore del prossimo augusto "progetto". Pradè è stato de facto esautorato, ma deve venire ogni domenica in tv a spiegare le ragioni dell'ennesima sconfitta. Montella ha un contratto più lungo, ma la società non dice una parola per proteggerlo, per ammettere che se non metti quattrini sul tavolo e fai il mercato all'ultima giornata, non puoi scaricare ogni responsabilità sul tecnico che, è vero, sta commettendo molti errori in questo campionato. Ma siamo sicuri che non siano frutto di una confusione societaria in cui la proprietà non si vede mai?

Non so quale sia la cura per questo male oscuro che ha tolto tutte le certezze alla squadra e al suo allenatore, ma forse ammetterne i sintomi sarebbe già un passo avanti. Se i Della Valle non possono occuparsi in prima persona della Fiorentina, diano questa incombenza a un uomo di calcio e non a un ragioniere. Se non credono più in Pradè, non dovevano rinnovargli il contratto per un anno, ma prendere a bordo un nuovo DS (chi?). Se pensano che Montella sia in confusione, lo proteggano. Se amano la Fiorentina, le impediscano di farsi del male. È successo troppe volte in passato, in ripa Arni.

Cibali