9 dicembre 2013

Razzie bavaresi e splendori romani

Cartoline di stagione: 17° turno 2013-14

7 dicembre 2013, Weserstadion, Brema
Le razzie bavaresi non si interrompono;
le maglie del Werder sono state  un facile bottino
Dal Weserstadium di Brema arriva una cartolina con i saluti di van Buyten, Ribery, Mandzukic, Thomas Müller, Götze e anche di Lukyima, difensore del Werder. Autori - volenti o nolenti - dei sette gol (compreso l'autogol, appunto, di Lukyima) con cui il Bayern ha passeggiato sui ricordi dello squadrone anseatico. Imbarazzante la superiorità dei bavaresi: il Pep sta mettendo a punto il suo nuovo prototipo, e dopo nemmeno mezza stagione di rodaggio ha già accantonato la Bundesliga per continua e ripetuta rottura del motore patita da tutti i (presunti) competitori, compreso il Borussia. Sistemata la pratica, si dedicherà a tempo pieno per il Gran Premio d'Europa, e li si potrà già misurare l'autentica dimensione storica di questo XI.

Così, mentre quest'anno la Bundesliga è puro one-team-show, altrove si giocano partite di alto livello agonistico. Splendida la prova dell'Everton nella tana dei Gunners, che hanno sofferto e parecchio per arginare l'euforico atletismo dei Toffees, che stanno mettendo in mostra giocatori di cui sentiremo parlare - Ross Barkley per esempio, oltre al già ben noto Lukaku. I frillini di Wenger hanno pur ricamato alcune trame a palla bassa di alto tasso tecnico, sono pur andati in vantaggio a poco dalla fine, ma la reazione dell'Everton è stata ruggente, e il pareggio sacrosanto. Dopo il Southampton, l'Everton: in Premier si rinnova la vetrina a cadenze regolari, offrendo presunte succose novità. Nessuna, finora, è riuscita a fare davvero tendenza.

Tuttavia, il week-end è stato certamente dominato - sul versante del divertimento e della spettacolarità - dalla nostra bistrattata Serie A. Molti matches incerti, altalene di risultati, grande intensità, sostanziale equilibrio. Inutile negarlo: televisivamente parlando, il calcio italiano paga soprattutto (più che la modestia tecnica degli attori, comparativamente però relativa) la sua triste cornice: stadi semi-deserti o devastati (vedi il Sant'Elia), in gran parte ostaggio del 'clima' creato dagli ultras. Ma vi sono eccezioni alla regola, così ieri all'Olimpico si è visto football di ottimo livello, a ritmi molto alti, fasi dense di incertezza e di emozioni. Roma contro Fiorentina è un buon ensemble in partenza, una jam session in cui già sai che spiccheranno gli assoli di Gervinho e Cuadrado, le finezze di Pjanić e Borja Valero, o le improvvise folgorazioni di Pepito. E' stata una partita di estrema bellezza e notevole spessore tecnico, meritatamente vinta dalla Lupa, ancora priva del suo totem ma che ha ritrovato meccanismi e velocità che l'avevano resa irresistibile nella prima parte del torneo. E' davvero l'unica alternativa alla Juventus, non ha ancora subito sconfitte, vanta una difesa difficilmente superabile (a differenza di quella napoletana, ripetutamente perforata negli ultimi turni), e in più (come si suol dire) non gioca le coppe. Può travolgerla solo la pressione ambientale, un entusiasmo sopra le righe che è solito evolvere rapidamente in depressione. Per ora, godiamoci l'esistenza di una competizione vera.


Mans