23 ottobre 2013

La monotonia della Champions in autunno

Fettine di coppa - terzo martedì 2013-1014

Nel terzo martedì di coppa hanno noiosamente pedatato due italiane, due tedesche, due inglesi e due spagnole: le nostre hanno fatto complessivamente meglio delle nordiche, e impattato con le iberiche. Di questi tempi, oro che cola: per il ranking è una boccata di ossigeno, per la classifica è invece più importante il pari del Milan rispetto alla vittoria partenopea (ai rossoneri basterà non perdere le due partite con Ajax e Celtic, per andare avanti). Infatti il Dortmund confeziona un bel regalo al solito Giroud, ma si prende ugualmente i tre punti e difficilmente ne perderà a casa sua: lo metterei già tranquillamente nel tabellone degli ottavi, sicché il vero partido de la muerte si giocherà l'11 dicembre al San Paolo: Napoli-Arsenal varrà sicuramente il secondo pass per la fase a eliminazione diretta. Incrociamo le dita, perché da tempo immemorabile i Gunners non escono scornati dal group stage.

Qatar Airways vs Fly Emirates.
Milan e Barça non decollano. Sì, è il Barça, anche se
ha la maglia del Lecce
Per il resto, risultati prevedibili, con l'eccezione dell'importantissima sbracatura interna del Porto, che si fa sorpassare in classifica dallo Zenit di Spalletti e di Gazprom. Persino il pari al Meazza tra Milan e Barça è abbastanza ordinario; match non sgradevole, ma dall'andamento scontato. Notevole, tuttavia, per quanto riguarda il ritorno a una piena efficienza fisica e tecnica di un ex-pallone d'oro e leggenda milanista. Kakà è stato commovente per l'impegno - ai limiti della disperazione -; ha fatto più strada in campo stasera di quanta ne abbia corsa in quattro anni al Real; nel primo quarto d'ora sembrava quasi (quasi) lo stesso di quella famosa serata a Old Trafford, e quando lo si è visto sgommare a tutta velocità sulla parte sinistra dello schermo mentre Robinho molestava Busquets fino a rubargli palla, si è capito che qualcosa stava per accadere. Il Barcellona, dal canto suo, è un XI ormai tornato nella 'normalità'. Può vincere (teoricamente) qualsiasi partita grazie all'immensa qualità dei solisti che vanno sul palco, ma i sontuosi concerti dell'era Guardiola sono oramai davvero un ricordo. Neymar sta vivendo gli stessi problemi di Sanchez, Xavi è accettabilmente declinante, Iniesta meno 'dentro' il gioco, comunque (al momento) meno brillante nell'interpretare uno spartito diverso - troppo semplice, forse, per uno così raffinato. In sostanza, il riassestamento di alcune grandi d'Europa non ha finora prodotto cose entusiasmanti, tanto da lasciar pensare che - per motivi differenti - più accreditabili di tutte siano ancora le due arrivate a Wembley già nella scorsa stagione. Kloppo ha perso Goetze ma l'armeno è un futuro e sicuro campione; il Bayern ha sostituito Heynckes col Pep, ed è solo un investimento. That's all.

Mans