15 giugno 2013

Meccaniche quantistiche

Il concetto di retrocasualità è oggetto di discussione all'interno della comunità scientifica da anni. Fisici e psicologi si cimentano, da angolazioni diverse, per stabilire se e quanto un evento futuro influenzi quello presente. La fisica quantistica è ancora in fase embrionale, ma sta marciando anche in questa direzione. Vedremo. Quel che è certo è che il gioco del calcio potrebbe fornire materiale utile per portare avanti questo interessante dibattito. Troppo spesso il risultato finale influenza gli eventi che vi si dirigono e sorvolo sul vergognoso epilogo dello scorso campionato che, volutamente, non ho commentato su queste autorevoli pagine in quanto tifoso viola e amante di un gioco ormai regolarmente e impunemente stuprato dalla logica della meccanica quantistica del potere.

Arriviamo dunque all'ennesimo calcio d'inizio, stavolta di un torneo che vale quanto l'opinione politica di Vito Crimi. Ma pur sempre di un torneo si tratta e per giunta internazionale, con uno spettro di squadre assai inedito e per certi versi incredibile (che ci fa il Brasile con Tahiti?). Quindi è con il solito immutato piacere che Cibali esprime i suoi cumanici pronostici, cominciando come sempre dalle squadre che arriveranno ultime fino alle regine della manifestazione.

Tahiti. Mah... Chi sono? Chi ci gioca? Ho letto la rosa e francamente, dopo quarant'anni di amore calcistico, non sono riuscito a trovare un solo atleta noto, anzi uno si; si tratta dell'attaccante Marama Vahirua, del Nancy e in prestito al Panathinaikos dall'anno scorso. A parte lui, sono un'allegra brigata di dilettanti che si divertiranno un mondo. Io glielo auguro, ma non credo riusciranno a evitare colossali imbarcate. Vedremo.

Nigeria. E' una buona squadra, fresca campione d'Africa, ma ha una difesa che è quasi peggio dell'attacco italiano. Credo che non farà granché. Pollice verso.

Giappone. Potrebbe fare bene, ma ha una zavorra colossale: Zaccheroni. I Giapponesi stanno imparando a giocare a calcio, ma in un campionato di serie C di qualsiasi paese nord europeo farebbero fatica a salvarsi. Li vedo male.

Messico e Italia. Ahimé, quest'anno vedo male la nazionale patria. Il Messico è forse uno dei peggiori della sua storia, noi no, ma siamo un'accozzaglia di juventini con qualche milanista. Già questo basterebbe a farmeli detestare, ma quando vedo la casacca azzurra non riesco a non emozionarmi. Resta il fatto che siamo un misto fra patronato INPS e asilo nido. Se Cesarissimo saprà trovare l'alchimia giusta fra questi due estremi anagrafici e motivazionali potremmo anche fare bene. Non credo ci riuscirà anche perché, come dicevo all'inizio, si tratta di una competizione che non vale nulla, o forse vale, ma i nostri non lo sanno e nel nostro dna c'è scritto che se una competizione è storicamente importante allora ce la giochiamo seriamente, altrimenti tutti a pensare a Formentera e a Miami. Andrà così, temo. Gambe in Brasile e testa in vacanza. Vinceremo domani sera all'esordio ma dopo arriveranno le delusioni. E poi c'è sempre Montolivo, vero fenomeno del calcio moderno, un CR7 all'amatriciana, il giocatore più inutile che abbia mai vestito quella magnifica maglia. Il giorno in cui lo vedrò passare la palla in verticale senza passarla al portiere avversario giuro che leggerò un libro di Dan Brown.

Uruguay. Bella squadra, molto equilibrata, con talenti straordinari (Cavani e Suarez da soli fanno paura a chiunque); adoro da sempre Lugano e non capisco perché nessuno in Italia lo abbia mai preso. D'altra parte fa la riserva di Thiago Silva al PSG. Credo che l'Uruguay arriverebbe in fondo se non ci fosse la solita Spagna, ancora favorita secondo me e il padrone di casa, che proprio perché è padrone di casa e perché in panchina è tornato uno bravo, Scolari, vincerà la manifestazione. La finale sarà questa: Brasile-Spagna. Vincerà il Brasile perché il Brasile non può non vincere in Brasile. La ConfCup sarà sua. In ogni caso sarà solo l'antipasto del lauto pasto che ci attende l'anno prossimo, quando anche l'Italia atterrerà nel paese grande quanto un continente non solo fisicamente, ma anche con la testa.

Cibali