22 aprile 2013

Semitecnomanzia

Dunque ci siamo: è tempo di tecnomanzia, encore une fois. In dieci giorni sapremo – e soprattutto vedremo – quali saranno le finaliste europee di quest'anno. Liturgicamente ripeto che non sbaglia pronostici solo chi non li fa, nella ribadita consapevolezza che il calcio è mistero agonistico, imperscrutabile ex ante, interpretabile solo ex post.

E in verità vi dico che siamo ormai all'impronosticabile, soprattutto in Champions. Con quattro corazzate del genere l’esercizio divinatorio è veramente incerto. La sensazione è che il Bayern stia meglio del Barça in questa stagione, e che la traiettoria di Mourinho stia disegnando un nuovo approdo in finale. Ma siamo, appunto, alle sensazioni: la palla di lardo lascia intravedere qualcosa, ma rimane, al fondo, abbastanza opaca. Anche la carte si limitano a ricordare che, se stiamo agli allenatori, i due soli titolati di Coppa sono Heynkes (1998 col Real) e Mourinho (2004 col Porto e 2010 con l’Inter). Eupalla non è stata generosa con i bavaresi negli ultimi anni, anzi; e lo stesso José ha accolto in ginocchio la scorsa stagione il suo verdetto ai rigori di semifinale proprio contro il Bayern (era il 27 aprile 2012: vedi). Dunque quest'anno potrebbe, al fine, rivelarsi benigna.

24 ottobre 2012, Westfalenstadion, Dortmund
Robert Lewandowski infilza Pepe e Casillas e mette a segno
il primo gol del Borusia al Real: ci riproverà presto
Peraltro, ci sta che le partite di andata esprimano due vittorie teutoniche. Se il Bayern saprà ripetere un'altra delle sue ore di grande calcio totale, con cui ha già reso memorabile (con l'Arsenal e poi con la Juventus) l'ultima annata con Jupp Heynckes alla guida, e soprattutto se saprà monetizzarla, potrebbe poi andare al Camp Nou forte di due risultati possibili. Il Barca ha già molto sofferto fuori casa sia a San Siro sia al Parc des Princes, e tutto lascia credere che non sarà facile invertite la rotta all'Allianz Arena, oltretutto non potendo arruolare la Pulga se non a scartamento ridotto. Non è una grande annata per i catalani, un po’ sotto tutti i punti di vista: ma la loro tradizione non esclude un’ennesima impresa.

Il Borussia possiede il tipo di gioco per vincere al Bernabeu, ma intanto dovrà provare a ripetere la vittoria ottenuta in casa contro il Real nei turni eliminatori: era il 24 ottobre scorso, dunque una stagione atletica fa, ma il risultato fu decisivo per indirizzare in senso positivo la stagione europea dei tedeschi. Quattro gol al Real hanno mostrato già di saperli segnare, con equanime ripartizione tra casa e trasferta; sono squadra veloce, capace di mettere in difficoltà una compagine speculare, che gioca allo stesso modo, stretta e veloce nelle ripartenze. Dovremmo assistere a due partite molto spettacolari, confidando che il risultato si sblocchi sin dai primi minuti. Ma sui 180/210 minuti peserà la migliore qualità tecnica dei singoli che possiede il Real, e la gestione neuronale del gruppo, nella quale José Mourinho è davvero, inequivocabilmente, the Only One.

Il dato interessante delle quattro semifinaliste di Europa League è invece che tutte hanno cominciato la stagione in Champions, venendone via via eliminate: Basilea e Fenerbahçe ai preliminari, Benfica e Chelsea ai gironi. Dunque sono finaliste d'élite, a conferma del livello ormai nettamente inferiore delle compagini che disputano la seconda coppa rispetto alla Champions. Il Chelsea è campione d'Europa in carica e, nonostante i moltissimi problemi societari, di squadra e di direzione tecnica incontrati quest’anno, può giocarsi fino in fondo un titolo di non secondario prestigio. È la favorita d’obbligo, benché il Basilea possa farla soffrire sia al St. Jakob-Park sia allo Stamford Bridge, come ha dimostrato eliminando una squadra come il Tottenham di equivalente valore attuale al Chelsea. Tra turchi e lusitani, per prestigio e storia recente il Benfica sembra possedere i mezzi per approdare alla finale di Amsterdam. Le partite più belle si giocheranno all'andata  in casa del Basel e del Fenerbahçe, e dunque la serata di giovedì sembra promettere un bel gioco, perlomeno a livello agonistico. Vedremo.

Azor