13 aprile 2013

Capolinea Italia

Ci è andato vicino e per poco non ci riusciva. Carletto nostro stava per fare il gran colpaccio al Camp Nou l'altra sera. I franzosi sono storicamente abituati ad arrivare vicini al risultato senza coglierlo, tanto che "So foot" ha titolato "PSG : le retour de la France qui perd. La France du foot a toujours été championne du monde du «presque». Dernière illustration en date : la glorieuse élimination de Paris face au Barça, hier soir ..." [leggi]. Bella e sana autoironia. Ma Ancelotti ha fatto veramente un capolavoro nel corso di un anno: ha ricevuto in dono un mazzo di figurine di calciatori e, pazientemente, ha cominciato a trarne una squadra di giocatori. Incuriosito dall'impresa, a fine agosto avevo guardato le prime di campionato, sulla spiaggia di Ajaccio e contro il Lorient, e c'era da mettersi le mani nei capelli: avevo scritto che "faticherà in campionato dove peseranno soprattutto i gol di Ibra e quelli impediti da Silva. Ma temo che non reggerà il confronto con gli squadroni europei" [qui]. Non è stato così: il confronto, col Barça, lo ha retto eccome. Nessun'altra squadra aveva finora giocato così offensivamente al Camp Nou, contrapponendo il gioco e la qualità ai padroni di casa. Senza la resurrezione della Pulce - che ha interpretato una mezz'ora da Maradona, la divinità che cambiava da solo il corso delle partite - probabilmente ora staremmo recitando il de profundis blaugrana. Dunque, grande merito a Carlo.

Mario "Manzo" Mandžukić è ormai l'incubo di Chiellini e Buffon
Per il resto, il mio possesso palla scema mestamente turno dopo turno: buon 75% in Champions (3 qualificate su quattro azzeccate), ma solo 25% in Europa League (1 sola su 4). Come altri avevo sopravvalutato la Juventus (e anche, per mia parte, il Rubin e il Tottenham), e sottovalutato il Chelsea del redivivo Torres.

Ora è partito il tormentone mediatico sulla ecoinsostenibilità  del calcio italiano rispetto a quello tedesco e spagnolo. Ok, ma è vero solo in parte: il Borussia fattura meno della Juve, e non ha in squadra né Buffon né Pirlo, eppure ha già battuto il Real ed è in semifinale, con una mezza manica di ronzini. Ben messi in campo, però, e capaci di difendere attaccando. Io credo che la vera differenza tra Bayern e Juventus l'abbiano scavata le punte bianconere, ma non tanto per il nullo contributo offensivo, quanto per la incapacità di partecipare alla manovra difensiva. Mandžukić (uno dei miei manzi preferiti ad Euro 2012 [leggi]) a Torino ha corso dietro a Bonucci e Chiellini per 90 minuti, non si è limitato a segnare. Come ha osservato Mastro Arrigo, "la differenza sta che nel calcio totale si difende correndo in avanti imponendo i propri ritmi e personalità, mentre nel calcio italiano si corre indietro facendo densità difensiva e lasciando iniziativa e gioco agli altri" [leggi]. Conte ha fatto vedere tratti di calcio totale nell'ultimo anno, ma deve ancora lavorare sul lavoro corale delle punte, e non è detto che un vecchio bucaniere come Fernando Llorente non possa davvero tornare utile alla causa nel prossimo futuro.

In ogni caso: il Bayern ha vinto entrambe le partite, destando grande impressione, il Borussia ne ha vinta una (tra nefandezze arbitrali e rinuncia a ogni assetto tattico negli ultimi minuti, come fece l'Inter di Mourinho a Kiev) e pareggiata l'altra, il Real ne ha persa una (per distrazione?) e il Barça ha passato il turno senza vincere. Gli statistici ci hanno rammentato che è l'ottava semifinale raggiunta dal Barça negli ultimi dieci anni, la settima di José, la terza consecutiva del Real, etc. La sensazione è che si vada verso una finale tra Bayern e Real. Ma ci torneremo sopra tra qualche dì, smazzando le carte e lucidando il lardo.

Tra le otto migliori squadre europee di stagione annoveriamo una turca, una svizzera, una inglese e una portoghese. Zero italiane. E ce lo meritiamo per come snobbiamo l'EL. Alla ("faticosa" ?) ribalta internazionale si preferisce sempre un bel quarto posto nostrale tra isterie, sospetti, risse e Daspo a settantenni ...

Azor