2 giugno 2012

Árpád e Joachim

1° giugno 2012, Oświęcim
Joachim Löw nella Sala della memoria delle vittime dell'Olocausto

Tra il 1940 e il 1945 nel Campo di concentramento nazista di Auschwitz (Oświęcim, in Polonia) furono uccise 900.000 persone e almeno altre 200.000 morirono di fame e malattia. Moltissime amavano il calcio e lo avevano giocato, anche a livello professionale, nella loro vita da liberi individui: tra essi era anche Árpád Weisz, allenatore ungherese che vinse tre scudetti in Italia con l'Ambrosiana-Inter nel 1930 e con il Bologna nel 1936 e 1937.

L'orrore dell'Olocausto è indicibile, ma è giusto osservare, come hanno scritto nel Libro dei visitatori i membri della delegazione della Deutsche Fußballnationalmannschaft (tra i quali erano Oliver Bierhoff, Joachim Löw, Philipp Lahm, Miroslav Klose e Lukas Podolski), che "anche per il calcio Auschwitz rappresenta sia un silenzioso tributo sia, soprattutto, l'obbligo di parlare di questa storia di dolore e di odio senza fine, e del monito che essa indica".

Esplicito e meritorio il commento di Oliver Bierhoff: "Mit dem Besuch in Auschwitz wollten wir ein Zeichen setzen, dass ein dunkles Kapitel deutscher Geschichte niemals in Vergessenheit geraten und sich nie wiederholen darf".
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